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R. Chiarini: "L'ultimo fascismo"

La mia collezione storico-postale e documentale è stata messa a disposizione di Roberto Chiarini, professore ordinario di Storia Contemporanea e titolare dell'insegnamento di "Storia dei partiti" all'Università Statale di Milano, dei suoi tesisti e dottorandi di ricerca, nonché dei ricercatori del "Centro Studi e Documentazione sul periodo storico della Repubblica Sociale Italiana" di Salò, per la realizzazione di libri e di mostre itineranti.

L'ULTIMO FASCISMO
Storia e memoria della
Repubblica di Salò





Roberto Chiarini


(da Wikipedia, l'enciclopedia libera)

Roberto Chiarini (Carpenedolo, 26 aprile 1943) è uno storico e scrittore italiano.

Ultimo degli otto figli di Anita Balardi e Carlo Chiarini, fornaio del paese, dopo il liceo classico a Castiglione delle Stiviere, si iscrive all'Università degli studi di Pavia dove è allievo di Mario Bendiscioli e dove si laurea con lode nel 1966 discutendo una tesi sul politico bresciano Giuseppe Zanardelli.

Prosegue poi gli studi accademici grazie ad alcune borse di studio e nel 1973 inizia l'attività didattica all'ateneo pavese.

Attualmente è professore ordinario di Storia Contemporanea e titolare dell’insegnamento di "Storia dei partiti" alla facoltà di Scienze Politiche dell'Università Statale di Milano.

Fa parte del comitato scientifico della "Fondazione Turati" di Firenze e della "Fondazione Lucchini" di Brescia ed è presidente del "Centro studi e documentazione sul periodo storico della Rsi" con sede in Salò.
Dal dicembre 2009 è Presidente del Comitato storico-scientifico della "Fondazione Craxi" di Roma.

I suoi studi si sono concentrati su liberalismo, socialismo, fascismo, neofascismo e destra italiana, cui ha dedicato numerosissimi saggi e articoli.

Ha collaborato e collabora ad alcune riviste politiche (come "MondOperaio", "Il Ponte" e "Ideazione") e a molti quotidiani (tra cui "Avanti!", "l'Unità", "Il Sole 24 Ore", "Il Giornale", "Corriere della Sera", "Il Foglio", "Libero", "il Riformista", "Giornale di Brescia" e "L'Eco di Bergamo").

Nel 2008 ha vinto la prima edizione del premio intitolato allo storico Antonio Sema "per la riconosciuta capacità di unire l’alta qualità scientifica alla più apprezzata divulgazione, sapendo inoltre fornire interpretazioni originali rispetto ai problemi storiografici affrontati".
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